Nell’agosto del 2005 ho organizzato per me ed alcuni amici un giro negli Stati Uniti per rivedere delle località in cui ero già stato ma soprattutto per riassaporare le atmosfere uniche dei canyon e del deserto.
La partenza in una piovosa mattina da Venezia per giungere, dopo uno scalo con cambio “al volo” a Philadelphia, in piena temperatura estiva a Las Vegas (Nevada): anche se non era la prima volta per me questa città lascia sempre impressionati : sembra di essere nello stesso tempo in una località balneare (senza l’acqua), in uno strano luna park e, quando entri negli alberghi, come un centro commerciale che invece di esporre elettrodomestici e alimentari, sputa ed ingoia monetine in quantità industriale: per non parlare dell’aspetto “umanità” : uomini, donne, vecchietti arzilli e perfino in carrozzina o con l’ossigeno si attaccano con entusiasmo a fameliche macchine mangiasoldi.
Dopo il primo, peraltro piacevole shock tra le macchinette e le luci di Las Vegas ripartiamo in una assolata mattina di Agosto verso un itinerario che attraverso la mitica Route 66 ci porta verso il Grand Canyon ! I nostri gipponi ronfano tranquilli tra il paesaggio misto deserto che piano piano, attraverso radure con miseri villaggi indiani, villaggi o cittadine fatti da un accozzaglia di case supermercato casemobili distributori di benzina ci porta in quota verso la meta agognata: quasi non ti accorgi che sei in un altopiano se non fosse che passi da un paese che sembra di montagna (pensate che non ci sono quasi mai le curve) Improvvisamente il casello dei Rangers (sono vestiti proprio come i cartoni dell’Orso Yoghi) ed entriamo nel parco, sorvolati da elicotteri, piccoli aerei da turismo che si alternano nel traversare l’enorme frattura che si para davanti: l’emozione è grande, il posto è fantastico tanto che, senza essere d’accordo, alla notte ci svegliamo tutti per andare a vedere il panorama e l’alba.
Ripartiamo per il tour alla Monument Valley, un posto magico che ci evoca i film di John Wayne e tutta una retorica che ci ha accompagnato da bambini; non riesco a descrivere cosa si prova mentre corri in mezzo alla polvere su queste strade, adesso solcate da auto di turisti e sgangherati pick up guidati da veri pellerossa che scorrazzano comitive di gitanti low-cost ! Il paesaggio ti prende, l’occhio non vede dove si ferma l’orizzonte, tanto è vasto questo luogo particolare.
Quando riprendi il viaggio verso Page il panorama cambia poco a poco, rimane comunque molto particolare, si alternano villaggi indiani a piccoli insediamenti con il solito distributore ed il supermercato.
Page compare all’improvviso su una piana, dominato da una enorme centrale elettrica che colpisce per la bruttezza (impatto ambientale ? mah!) una vera cattedrale nel deserto, salvo poi entrare nella città, una specie di oasi con villette e piscine che contrasta con il brullo paesaggio che la circonda. Qui ci va buca con l’albergo che avevamo prenotato, non riconoscono o meglio fanno finta di non capire e ci dirottano su un vecchio motel tipicamente americano, una nuova esperienza con condizionatori vecchi e rumorosi e pulizia non proprio speciale… in compenso alla sera troviamo una ottima steak house che ci fa dimenticare tutto. Intorno alla città, dalla parte che va verso le montagne di Zion Park un fiorire di laghetti e corsi d’acqua che contrastano con l’ambiente circostante, brullo; si incrociano decine di veicoli con rimorchi per motoscafo con motori mega e che personalmente invidio moltissimo.
seconda parte da las vegas volo per Washington d.c. e noleggio auto 2 giorni di visita della città poi partenza per new york per 4 giorni a spasso per la grande mela, poi riprese le auto via verso il canada cascate del Niagara e Toronto in visita parenti per gli ultimi giorni di ferie: